Suore di San Giuseppe

Benvenuti nel sito ufficiale delle suore di San Giuseppe della congregazione di Aosta

IN PRIMA PAGINA

Gesù ci rivela l'amore infinito…


Benedetto Ente (Pubblicato il 07/06/2024)

In Gesù, Dio prende un corpo simile al nostro e si fa solidale alla sofferenza dell'umanità!
Fatti dello stesso suo sangue e della stessa sua carne, possiamo percepire la sua estrema sofferenza sulla croce ed anche la forza e la grandezza del suo amore su cui odio e vendetta non hanno alcuna presa. Gesù ci dà la prova dell'amore assoluto, cioè dell'esistenza di Dio.
Così, Gesù venne a rivelarci l'amore infinito di un Padre per i suoi figli. Il corpo di Gesù sulla croce ci dice: "Guarda quanto ti amo, dove sono stato pronto ad arrivare per te, quanto il mio amore è senza limiti!".
Dal suo corpo trafitto scorre l'acqua dello Spirito che ci fa credere all’amore di Gesù per noi e il sangue della vita che ci fa amare in contraccambio come siamo amati.


Coro della Scuola San Giuseppe alle Floralies


Pubblicato il 31/05/2024

S i è concluso domenica sera al Teatro Splendor di Aosta il percorso annuale del Coro della Scuola Primaria San Giuseppe che in questo anno ha partecipato a numero si concerti oltre che all’animazione delle Messe organizzate dalla scuola per bambini e famiglie: suddiviso in due gruppi, il coro dei piccoli della seconda e terza ha canta to per le suore di San Giuseppe al Convento mentre il coro dei più grandi, dopo il concerto di Natale a Saint–Pierre e i Concerti al Refuge Père Laurent e al Convento San Giuseppe ha concluso il suo percorso annua le con la partecipazione alla rassegna Corale Regionale "Les Floralies". I bambini sono stati apprezzatissimi per la viva cità portata sul palco con canti belli e coinvolgenti, ma anche per i messaggi sempre attuali e profondi delle parole dei canti e la chiarezza e precisione musicale; insomma, un percorso ricco sia didatticamente che nel suo risultato espressivo ed estetico.

Il valzer divino…


Silvano Detoc (Pubblicato il 25/05/2024)

La Trinità, “un solo Dio in tre persone”
Fortunatamente, non è necessario avere una laurea in teologia per essere salvati. Gesù ci dice: basta il battesimo. A patto, ovviamente, che il nostro battesimo sia qualcosa di più di un rito acquatico! L'acqua santa evapora e poi?
Ebbene, dopo il tuffo battesimale, restano questi nomi incisi in noi con l'inchiostro ardente della fede, e che un semplice segno di croce suscita: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Da questo punto di vista, la Trinità è un gioco da ragazzi, una filastrocca che sfrega insieme numeri e lettere come selci.
“Battezzateli nel nome…” Nel nome? Ma è unico! Un solo nome, dunque, quello dell’unico Dio che sussurrò a Mosè: «Il mio nome è “IO SONO” (Es 3,14). Eppure, dice Gesù, questo nome copre tre persone. C'è un solo Dio, ma non è solo in se stesso. La sua vita intima è una comunione di conoscenza e di amore. Questa pulsazione interiore, senza inizio né fine, che mistero!
Chi dice “comunione”, dice “relazioni”. Gesù ci dà dei nomi per avvicinarci a queste relazioni eterne: il Padre, il Figlio, lo Spirito. Ma la Trinità, al di là delle parole e delle idee, è un'esperienza. Le relazioni vengono vissute più che spiegate. Un po' come un valzer. Possiamo parlarne a lungo; un giorno ci uniremo alla danza !…

Ne vale la pena......


Fratel Jean-Laurent Valois (Pubblicato il 24/05/2024)

Per entrare nel Regno di Dio la porta è stretta. Abbiamo una scelta radicale da fare. E' necessario scegliere. Quando siamo con le spalle al muro, è il momento di separarci da tutto ciò che non trova posto nel Regno. Fa male questo strappo! Il vangelo prevede addirittura che ci separiamo da una mano, da un piede o da un occhio! Ma se questa mutilazione ti permette di oltrepassare la porta, ne vale la pena, no?
Cosa è estraneo al Regno? Tutto ciò che fa cadere i più piccoli. Il passaggio attraverso la porta stretta che questo Vangelo descrive come “salare con il fuoco”, fa male, brucia, punge, disinfetta ma il risultato è buono, molto buono per gli altri e per noi. Liberandoci dalle nostre scorie, possiamo finalmente donare agli altri il gusto autentico della vita che Dio dona. Diventa chiara la prospettiva del Regno: essere fratelli e sorelle gli uni per gli altri. Siate operatori di pace.

La mia sete…


Stefano Corticelli SJ (Pubblicato il 18/05//2024)

Il gelato era il mio chiodo fisso, quando, bambino, camminavo sul lungomare. Appena vedevo qualcuno che si gustava questa bontà, mi agitavo e facevo di tutto per averne anch’io uno. Non passava molto tempo dopo averlo mangiato che ne desideravo ancora.
Nell’adolescenza sognavo di uscire la sera con la compagnia giusta. Avere una compagnia, un gruppo di amici che si trovavano insieme era il biglietto di ingresso tra le persone vincenti. Anche se ho avuto la fortuna di avere degli amici, non riuscivo a tornare a casa senza già pensare al sabato successivo.
I miei bisogni e desideri sono diventati più complessi con l’avanzare del tempo. Dovevo trovare il mio modo di seguire il Signore, la mia vocazione. Una volta data una risposta a questa domanda, altre mille ne sorgevano.
Oggi, soddisfatto e insoddisfatto allo stesso tempo, ascolto l’invito di Gesù ad andare da lui. Mi accorgo che è un invito gridato con tutte le forze. Perché Gesù grida? Egli che si presenta come la sorgente da cui scaturiscono dei fiumi di acqua viva, perché grida? Nell’esperienza di tutti, grida chi manca di qualcosa, non chi ha fiumi da donare.
Anche se una risposta non ce l’ho, mi viene da benedire quella sete che mi accomuna con tutte le donne e tutti gli uomini, compreso, e più di ogni altro, Gesù.


Saper discernere quello che è utile ed aiuta a vivere i principi di fede.


Suor Rita Bondé (Pubblicato il 12/05/2024)

Papa Francesco, da vero padre e pastore del gregge, si preoccupa sempre di tutto ciò che può far progredire o essere di ostacolo alla vita delle sue pecorelle.
Nel suo messaggio su “L’intelligenza Artificiale”, il Papa ci mette in guardia dal pericolo, sempre costante, di non sapere utilizzare ciò che nel mondo ci circonda, della sempre crescente tecnologia di precisione e evoluzione... Come in tutte le cose, ci esorta a discernere, a prendere e a usare nel senso positivo ciò che è utile ed aiuta a vivere i nostri principi di fede...
L'intelligenza artificiale non potrà mai superare e sostituire l’essere umano... La sensibilità, la generosità e tutte le altre virtù umane possono forse essere trasformate in qualcosa di perfetto, ma senza anima? Tutte queste innovazioni ci destabilizzano e ci pongono davanti a un grande senso di paura, a dei grandi perché... Dove stiamo andando? Verso un bene o verso un baratro senza fine?

Dolcezza di appartenere alla “Famiglia del Piccolo Disegno”.


Suor Cristina Razanatahina (Pubblicato il 08/05/2024)

La formazione, ricevuta a Loano dal 25 al 28 aprile 2024, intitolata: "VINO NUOVO IN OTRI NUOVI", mi aiuta a rinnovare la mia vita religiosa, a viverla con più generosità, con più gioia... Ringrazio il Signore e la Congregazione che mi ha dato l’opportunità di vivere questa bella esperienza.
Rinnovo con più convinzione il mio voto di obbedienza rimettendomi interamente nelle mani di Dio, come fa Gesù in quelle del Padre. Rinnovo il mio voto di castità desiderando di avere un cuore così grande da abbracciare con discernimento, come accennato dal relatore Don Gianluca Zurra, le molteplici relazioni di cui è costituita la vita umana e rinnovo il mio voto di povertà che mi sprona ad aiutare il caro prossimo, soprattutto le persone sole e sofferenti, in un modo disinteressato e gratuito.
Infine vorrei dire che i tre giorni di formazione a Loano sono stati per me una bella occasione di condivisione e di dialogo che mi hanno fatto gustare la dolcezza di appartenere alla “Famiglia del Piccolo Disegno”.

Parlatemi d'amore!


Filippo Jeannin (Creato il 05/o5/2024)

L'amore è la chiave, quella unica che apre tutte le porte: non solo quella dei cuori, ma della vita, della gioia perfetta... Gesù ci dà la ricetta: il suo comandamento “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” che riassume e assume tutti gli altri. Se dovessi tenerne solo uno, sarebbe questo.
Gesù presenta l'amore come un circolo virtuoso: “Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi”. Il Padre ama il Figlio. Il Figlio ci ama di questo amore. Rimaniamo nel suo amore amandoci gli uni gli altri, come Lui ci ha amati, cioè con l'amore di Dio stesso. Siamo pronti a lasciarci amare così?
Cantiamo l’amore di Dio, ma lo viviamo? Ci crediamo? È così semplice amarsi gli uni gli altri come Lui ci ha amati? Perché non possiamo farlo? Forse a causa dei nostri calcoli, dei nostri interessi, dei nostri egoismi, dei nostri piccoli ricatti che ci impediscono di amare liberamente.
Ma anche perché amare è prima di tutto ricevere e non prendere. Amare è entrare in comunione, nel rispetto di ogni persona, non in una fusione assorbimento, è Imparare a vivere in una comunione che non oppone più il padrone al servo, il Padre al Figlio, Dio all'uomo, il grande al piccolo, il forte al debole... ma che li unisce in un vero rapporto di amicizia, giusta ed equilibrata. Non vi chiamo più servi, ma amici. Solo l’amore mette fine alla guerra, alla gelosia, alla lussuria, a tutti gli ostacoli all’amore.
“Rimanete nel mio amore”: lasciamo risuonare in noi questo invito pressante di Gesù.

Lasciarsi potare


Federico Parise SJ (Creato il 04/05/2024)

Nella Bibbia, una delle immagini che indica Israele è quella della vigna; proprietà del Signore e da lui curata con amore. Non sempre essa cresce rigogliosa: Israele non rispetta il patto dell’Alleanza, cioè non ascolta la parola di Dio. Gesù riprende questa immagine e si sostituisce alla vigna: l’Alleanza è stata un mezzo fallimento, ci vuole qualcuno che sia capace di ascolto profondo della Parola di Dio e che possa offrirsi interamente: questo è Gesù.
Il nostro essere tralci non è un’umiliazione, piuttosto un segno di grande realismo: abbiamo bisogno di appoggiarci a qualcuno che ci apra la via e che ci dia l’esempio.
L’unico personaggio che rimane lo stesso è l’agricoltore, il Signore, che è colui che si prende cura della vite e dei suoi tralci, se necessario eliminando le estremità secche. Quest’azione può sembrare drastica se la riferiamo a noi, ma a guardare bene si tratta di una bella notizia: il Signore è l’unico che ha l’autorità per farlo, e, se lo fa, lo fa con una parola che ha il sapore della consolazione, della vita e della speranza. Ci sono molte altre parole nella nostra vita che pretendono di cambiarci, di migliorarci, ma ci portano a curvarci verso noi stessi, verso la nostra immagine, verso quello che gli altri pensano di noi, verso ciò che ci richiede socialmente una determinata cultura o il nostro lavoro… hanno certamente un sapore diverso.
Solo stando con Gesù e sentendoci Figli possiamo cambiare qualcosa.

“La carovana della vita consacrata”.


Suor Zoéline Ravelonjanahary (Creato il 20/04/2024)

Siamo ancora nel tempo pasquale, perciò con gioia vi auguro: “Buona Pasqua”. Il Cristo Risorto, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli e che incoraggia, con le sue apparizioni gli Apostoli ad annunciare la buona novella, sia il nostro modello e la nostra forza. Alleluia!!!
Come promesso e con grande piacere, condivido l’esperienza che ho fatto con i Religiosi durante «La carovana della vita consacrata».
La Diocesi di Grand Bassam è la porta d’ingresso dell'evangelizzazione e della fede cattolica in Costa d'Avorio. L'anno scorso ha celebrato i 125 anni dell’arrivo dei primi cristiani. L’attività missionaria, tanto auspicata dal nostro Vescovo, Mons. AHOUA Raymond, mira a promuovere l'evangelizzazione e la vita consacrata. Per questo egli dedica, ogni anno, il mese di febbraio alla catechesi sulla vita consacrata e affida questo compito alle persone religiose perché la facciano crescere e fiorire nella sua diocesi.
L’Unione Religiosa della Diocesi del Grand Bassam “UDRGB” organizza perciò, ogni anno, l’attività missionaria denominata: “La carovana della vita consacrata”.
Perché si chiama «carovana»? Semplicemente perché è un'attività che invita i religiosi ad uscire… ad incontrare i fratelli che non hanno ancora avuto la fortuna di d’incontrare il loro Salvatore.
Come è organizzato questo apostolato?
L’organizzatore delle Opere Diocesane sceglie una Parrocchia, preferibilmente in periferia, secondo il desiderio di Papa Francesco. In questo quinto anno di missione egli ha scelto Yaou, una parrocchia situata a 50 km da Aboisso, dove operano due sacerdoti diocesani ed ha come patrono il Sacro Cuore di Gesù.
Siamo partiti in pullman, pieni di ardore… eravamo in 13 Congregazioni (4 maschili e 9 femminili), abbiamo attraversato, su strade sterrate e polverose, paesaggi meravigliosi, foreste vergini, coltivazioni immense di alberi della gomma...
Siamo stati accolti con entusiasmo da una popolazione ivoriana composta da animisti, musulmani e cristiani che convive in buona armonia con gruppi di altre nazionalità: Burkinabé, Malesi ed altri ancora…
È la terza volta che partecipo alla “Carovana” ed ogni volta mi sento invadere da un grande fervore, da una gioia inspiegabile … È una missione entusiasmante! Sono molto felice e molto grata per questa bella iniziativa religiosa e missionaria. In quei giorni, non provo altro che gioia. La gioia di incontrare tante persone che non hanno ancora conosciuto né visto “dei consacrati”. Dormendo due notti per terra, camminando sull'esempio di Gesù e degli Apostoli accanto ai malati e agli anziani, ascoltando e dialogando con loro, avvertendo la loro sete, le loro aspettative, la mia gioia è immensa! In quei giorni ho anche la possibilità di conoscere nuovi usi, costumi e culture dei diversi gruppi etnici e congregazioni. È una grande ricchezza (un proverbio malgascio dice: “Izay tsy mahay sobika, mahay fatam-bary). (Se ognuno mette del suo, l'unione farà la loro forza).
Sorpresa! I bambini erano stupiti di vedermi, era la prima volta che, una donna bianca (??) vagava tra i neri in mezzo alla boscaglia! Mi seguivano ovunque e cercavano di imitare tutti i miei gesti…
Ma voglio soprattutto dire che sono felice di essere “Suora di San Giuseppe”. Siamo missionarie e siamo polivalenti, non abbiamo paura di andare in periferia, è lì che incontriamo e incontreremo il CRISTO Risorto.
Lavoriamo dunque mentre il Signore ci dà l'opportunità di annunciarlo!

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