Suore di San Giuseppe

Benvenuti nel sito ufficiale delle suore di San Giuseppe della congregazione di Aosta

IN PRIMA PAGINA

La mia sete…


Stefano Corticelli SJ (Pubblicato il 18/05//2024)

Il gelato era il mio chiodo fisso, quando, bambino, camminavo sul lungomare. Appena vedevo qualcuno che si gustava questa bontà, mi agitavo e facevo di tutto per averne anch’io uno. Non passava molto tempo dopo averlo mangiato che ne desideravo ancora.
Nell’adolescenza sognavo di uscire la sera con la compagnia giusta. Avere una compagnia, un gruppo di amici che si trovavano insieme era il biglietto di ingresso tra le persone vincenti. Anche se ho avuto la fortuna di avere degli amici, non riuscivo a tornare a casa senza già pensare al sabato successivo.
I miei bisogni e desideri sono diventati più complessi con l’avanzare del tempo. Dovevo trovare il mio modo di seguire il Signore, la mia vocazione. Una volta data una risposta a questa domanda, altre mille ne sorgevano.
Oggi, soddisfatto e insoddisfatto allo stesso tempo, ascolto l’invito di Gesù ad andare da lui. Mi accorgo che è un invito gridato con tutte le forze. Perché Gesù grida? Egli che si presenta come la sorgente da cui scaturiscono dei fiumi di acqua viva, perché grida? Nell’esperienza di tutti, grida chi manca di qualcosa, non chi ha fiumi da donare.
Anche se una risposta non ce l’ho, mi viene da benedire quella sete che mi accomuna con tutte le donne e tutti gli uomini, compreso, e più di ogni altro, Gesù.


Saper discernere quello che è utile ed aiuta a vivere i principi di fede.


Suor Rita Bondé (Pubblicato il 12/05/2024)

Papa Francesco, da vero padre e pastore del gregge, si preoccupa sempre di tutto ciò che può far progredire o essere di ostacolo alla vita delle sue pecorelle.
Nel suo messaggio su “L’intelligenza Artificiale”, il Papa ci mette in guardia dal pericolo, sempre costante, di non sapere utilizzare ciò che nel mondo ci circonda, della sempre crescente tecnologia di precisione e evoluzione... Come in tutte le cose, ci esorta a discernere, a prendere e a usare nel senso positivo ciò che è utile ed aiuta a vivere i nostri principi di fede...
L'intelligenza artificiale non potrà mai superare e sostituire l’essere umano... La sensibilità, la generosità e tutte le altre virtù umane possono forse essere trasformate in qualcosa di perfetto, ma senza anima? Tutte queste innovazioni ci destabilizzano e ci pongono davanti a un grande senso di paura, a dei grandi perché... Dove stiamo andando? Verso un bene o verso un baratro senza fine?

Dolcezza di appartenere alla “Famiglia del Piccolo Disegno”.


Suor Cristina Razanatahina (Pubblicato il 08/05/2024)

La formazione, ricevuta a Loano dal 25 al 28 aprile 2024, intitolata: "VINO NUOVO IN OTRI NUOVI", mi aiuta a rinnovare la mia vita religiosa, a viverla con più generosità, con più gioia... Ringrazio il Signore e la Congregazione che mi ha dato l’opportunità di vivere questa bella esperienza.
Rinnovo con più convinzione il mio voto di obbedienza rimettendomi interamente nelle mani di Dio, come fa Gesù in quelle del Padre. Rinnovo il mio voto di castità desiderando di avere un cuore così grande da abbracciare con discernimento, come accennato dal relatore Don Gianluca Zurra, le molteplici relazioni di cui è costituita la vita umana e rinnovo il mio voto di povertà che mi sprona ad aiutare il caro prossimo, soprattutto le persone sole e sofferenti, in un modo disinteressato e gratuito.
Infine vorrei dire che i tre giorni di formazione a Loano sono stati per me una bella occasione di condivisione e di dialogo che mi hanno fatto gustare la dolcezza di appartenere alla “Famiglia del Piccolo Disegno”.

Parlatemi d'amore!


Filippo Jeannin (Creato il 05/o5/2024)

L'amore è la chiave, quella unica che apre tutte le porte: non solo quella dei cuori, ma della vita, della gioia perfetta... Gesù ci dà la ricetta: il suo comandamento “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” che riassume e assume tutti gli altri. Se dovessi tenerne solo uno, sarebbe questo.
Gesù presenta l'amore come un circolo virtuoso: “Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi”. Il Padre ama il Figlio. Il Figlio ci ama di questo amore. Rimaniamo nel suo amore amandoci gli uni gli altri, come Lui ci ha amati, cioè con l'amore di Dio stesso. Siamo pronti a lasciarci amare così?
Cantiamo l’amore di Dio, ma lo viviamo? Ci crediamo? È così semplice amarsi gli uni gli altri come Lui ci ha amati? Perché non possiamo farlo? Forse a causa dei nostri calcoli, dei nostri interessi, dei nostri egoismi, dei nostri piccoli ricatti che ci impediscono di amare liberamente.
Ma anche perché amare è prima di tutto ricevere e non prendere. Amare è entrare in comunione, nel rispetto di ogni persona, non in una fusione assorbimento, è Imparare a vivere in una comunione che non oppone più il padrone al servo, il Padre al Figlio, Dio all'uomo, il grande al piccolo, il forte al debole... ma che li unisce in un vero rapporto di amicizia, giusta ed equilibrata. Non vi chiamo più servi, ma amici. Solo l’amore mette fine alla guerra, alla gelosia, alla lussuria, a tutti gli ostacoli all’amore.
“Rimanete nel mio amore”: lasciamo risuonare in noi questo invito pressante di Gesù.

Lasciarsi potare


Federico Parise SJ (Creato il 04/05/2024)

Nella Bibbia, una delle immagini che indica Israele è quella della vigna; proprietà del Signore e da lui curata con amore. Non sempre essa cresce rigogliosa: Israele non rispetta il patto dell’Alleanza, cioè non ascolta la parola di Dio. Gesù riprende questa immagine e si sostituisce alla vigna: l’Alleanza è stata un mezzo fallimento, ci vuole qualcuno che sia capace di ascolto profondo della Parola di Dio e che possa offrirsi interamente: questo è Gesù.
Il nostro essere tralci non è un’umiliazione, piuttosto un segno di grande realismo: abbiamo bisogno di appoggiarci a qualcuno che ci apra la via e che ci dia l’esempio.
L’unico personaggio che rimane lo stesso è l’agricoltore, il Signore, che è colui che si prende cura della vite e dei suoi tralci, se necessario eliminando le estremità secche. Quest’azione può sembrare drastica se la riferiamo a noi, ma a guardare bene si tratta di una bella notizia: il Signore è l’unico che ha l’autorità per farlo, e, se lo fa, lo fa con una parola che ha il sapore della consolazione, della vita e della speranza. Ci sono molte altre parole nella nostra vita che pretendono di cambiarci, di migliorarci, ma ci portano a curvarci verso noi stessi, verso la nostra immagine, verso quello che gli altri pensano di noi, verso ciò che ci richiede socialmente una determinata cultura o il nostro lavoro… hanno certamente un sapore diverso.
Solo stando con Gesù e sentendoci Figli possiamo cambiare qualcosa.

“La carovana della vita consacrata”.


Suor Zoéline Ravelonjanahary (Creato il 20/04/2024)

Siamo ancora nel tempo pasquale, perciò con gioia vi auguro: “Buona Pasqua”. Il Cristo Risorto, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli e che incoraggia, con le sue apparizioni gli Apostoli ad annunciare la buona novella, sia il nostro modello e la nostra forza. Alleluia!!!
Come promesso e con grande piacere, condivido l’esperienza che ho fatto con i Religiosi durante «La carovana della vita consacrata».
La Diocesi di Grand Bassam è la porta d’ingresso dell'evangelizzazione e della fede cattolica in Costa d'Avorio. L'anno scorso ha celebrato i 125 anni dell’arrivo dei primi cristiani. L’attività missionaria, tanto auspicata dal nostro Vescovo, Mons. AHOUA Raymond, mira a promuovere l'evangelizzazione e la vita consacrata. Per questo egli dedica, ogni anno, il mese di febbraio alla catechesi sulla vita consacrata e affida questo compito alle persone religiose perché la facciano crescere e fiorire nella sua diocesi.
L’Unione Religiosa della Diocesi del Grand Bassam “UDRGB” organizza perciò, ogni anno, l’attività missionaria denominata: “La carovana della vita consacrata”.
Perché si chiama «carovana»? Semplicemente perché è un'attività che invita i religiosi ad uscire… ad incontrare i fratelli che non hanno ancora avuto la fortuna di d’incontrare il loro Salvatore.
Come è organizzato questo apostolato?
L’organizzatore delle Opere Diocesane sceglie una Parrocchia, preferibilmente in periferia, secondo il desiderio di Papa Francesco. In questo quinto anno di missione egli ha scelto Yaou, una parrocchia situata a 50 km da Aboisso, dove operano due sacerdoti diocesani ed ha come patrono il Sacro Cuore di Gesù.
Siamo partiti in pullman, pieni di ardore… eravamo in 13 Congregazioni (4 maschili e 9 femminili), abbiamo attraversato, su strade sterrate e polverose, paesaggi meravigliosi, foreste vergini, coltivazioni immense di alberi della gomma...
Siamo stati accolti con entusiasmo da una popolazione ivoriana composta da animisti, musulmani e cristiani che convive in buona armonia con gruppi di altre nazionalità: Burkinabé, Malesi ed altri ancora…
È la terza volta che partecipo alla “Carovana” ed ogni volta mi sento invadere da un grande fervore, da una gioia inspiegabile … È una missione entusiasmante! Sono molto felice e molto grata per questa bella iniziativa religiosa e missionaria. In quei giorni, non provo altro che gioia. La gioia di incontrare tante persone che non hanno ancora conosciuto né visto “dei consacrati”. Dormendo due notti per terra, camminando sull'esempio di Gesù e degli Apostoli accanto ai malati e agli anziani, ascoltando e dialogando con loro, avvertendo la loro sete, le loro aspettative, la mia gioia è immensa! In quei giorni ho anche la possibilità di conoscere nuovi usi, costumi e culture dei diversi gruppi etnici e congregazioni. È una grande ricchezza (un proverbio malgascio dice: “Izay tsy mahay sobika, mahay fatam-bary). (Se ognuno mette del suo, l'unione farà la loro forza).
Sorpresa! I bambini erano stupiti di vedermi, era la prima volta che, una donna bianca (??) vagava tra i neri in mezzo alla boscaglia! Mi seguivano ovunque e cercavano di imitare tutti i miei gesti…
Ma voglio soprattutto dire che sono felice di essere “Suora di San Giuseppe”. Siamo missionarie e siamo polivalenti, non abbiamo paura di andare in periferia, è lì che incontriamo e incontreremo il CRISTO Risorto.
Lavoriamo dunque mentre il Signore ci dà l'opportunità di annunciarlo!

Nel Pane Eucaristico Dio si mette nelle mani dell’uomo per trasformarlo.


Lino Dan SJ (Creato il 16/04/2024)

Fame e sete, ma di che cosa? Il dialogo che Gesù ha intavolato con la folla, che lo ha seguito dopo il segno dei pani e dei pesci, giunge finalmente al suo nucleo: che cosa veramente sazia e disseta per la vita? Certo, ci furono un pane e un’acqua che furono necessari per il cammino nel deserto verso la terra promessa, per mantenersi in vita, ma quello fu un dono momentaneo. Ora, in Gesù, il dono è definitivo e totale.
/>Il Padre dona il pane che è la vita del mondo. Ovviamente questa affermazione fa desiderare quel tipo di pane alla folla. Ecco che allora giunge da parte di Gesù il grande annuncio: «io sono il pane di vita». Della vita vera.
Chi si sazia di lui non avrà più né fame né sete. Gesù è il dono totale, definitivo, del Padre. In lui si trova finalmente ciò che permette di vivere fino in fondo la propria relazione col Padre. Giungere a lui è scoprire finalmente chi può dare pienezza ai desideri più profondi di vita, di comunione, di scoperta di un Dio che si dona e che è dono per il mondo intero, di un Dio che proprio nel pane eucaristico si mette nelle mani dell’uomo per trasformarlo.
Un Dio così può anche scandalizzare, ma è l’unico modo per dire all’umanità che il suo amore è totale, che la sua vicinanza è completa, che la relazione con essa non potrà mai venire meno.

Gesù augura loro la pace senza giudicarli né rimproverarli…


Suor Madeleine Dedoui (Creato il 07/04/2024)

Uno dei discepoli ha rinnegato Gesù, altri lo hanno abbandonato… Riuniti nel Cenacolo, sono presi dalla paura e sono demoralizzati. Ma tre giorni dopo, Gesù viene in mezzo a loro e augura loro la pace senza giudicarli né rimproverarli per il loro comportamento. Questo saluto è dono gratuito del frutto della Pasqua, è legato alla persona del Risorto e all'invio dello Spirito Santo. Immaginiamo la gioia dei suoi discepoli, questa gioia inaspettata che arriva quando tutto sembra buio; ma non è tutto: Cristo alita su di loro come Dio aveva alitato la vita nelle narici di Adamo nel giorno della creazione. Egli alita su di loro questo Spirito di forza, Spirito di vita, Spirito che procede dall'amore tra il Padre e il Figlio. Questo Spirito rende gli Apostoli garanti dell'amore di Dio e costruttori di pace e di gioia attorno a loro. Sì, in questa festa della misericordia, esultiamo perché Cristo ci dona il nostro difensore.

Con Maria Maddalena sentiamoci chiamare per nome!


Madre Yvonne Rasoarimalala (Creato il 27/03/2024)

Carissime Sorelle e Fratelli del Piccolo Disegno,
“PASQUA”: la festa dell’amore di Dio per noi, la festa della nostra salvezza, la festa più importante della nostra fede, si avvicina… Rallegriamoci e lasciamoci invadere dalla gioia: Gesù, il nostro Dio, ha vinto la morte, Gesù è vivo!
Con Maria Maddalena sentiamoci chiamare per nome, gustiamo la dolcezza della sua voce e del suo sguardo d’amore su di noi!
Con gli Apostoli nel cenacolo liberiamoci dalle paure e, fiduciosi nel futuro, apriamo il nostro cuore alla pace interiore, alla speranza.
Con i discepoli di Emmaus lasciamoci sorprendere dal Risorto, che ci riveli i misteri della sua Parola e del Pane spezzato dell’Eucaristia e infiammi i nostri cuori per proseguire il cammino verso un domani sempre migliore.
Con i migliori auguri di una lieta e santa Pasqua, vi assicuro il mio ricordo giornaliero nelle preghiere e, sicura del vostro prezioso sostegno, vi ringrazio di tutto cuore.

Con il cuore colmo di gratitudine…


Creato il 23/03/2024
Padre Médaille:
“Mia cara figlia, mi pare già di intravedere la nostra associazione, che in realtà non è nulla, stabilita in molti luoghi… Voglia Dio che sia diffusa in tutta la Chiesa”
La prima parte di questo sogno di Padre Médaille possiamo dire che si sta realizzando se guardiamo la realtà del Madagascar, dove nel 1965 cinque Suore italiane hanno incominciato la missione. Oggi, 19 marzo 2 024, le Suore malgasce sono 211 e così suddivise: 166 servono il caro prossimo in 21 comunità disseminate nella loro grande Isola, 27 sono in Italia, 10 in Costa d’Avorio, 5 in Burkina Faso e 3 in Romania.
Con il cuore colmo di gratitudine diciamo grazie al Signore per le sue meraviglie e chiediamo che “ognuna viva con amore e gioia il fine della chiamata nel Piccolo Disegno: “Tutta di Dio al servizio dei fratelli, con particolare attenzione ai più bisognosi”.

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